INTELLIGENZA FLOREALE
La prima AI non si scorda mai
Non ricordo quando ho sentito parlare per la prima volta di intelligenza artificiale, ma ricordo la prima volta che ne ho fatto uso.
L’ho sfruttata un anno fa per stendere una scaletta utile a esporre alcuni contenuti in modo efficace in un video. È stata un’enorme sorpresa! Fino a quel momento la immaginavo così come l’ha descritta il cinema di fantascienza, una fantomatica identità virtuale fatta di server e connessioni con un enorme cervello centrale, dotata di una volontà propria in grado di ragionare e agire come noi, anzi meglio di noi umani, ma soprattutto pensavo che in realtà non esistesse affatto.
E invece eccola, alla portata di tutti su ogni cellulare e in gran parte gratuita, uno strumento semplicissimo da usare e altrettanto utile.
Permette di raggiungere infinite quantità di informazioni ma soprattutto di elaborarle per noi alla velocità della luce in modo che possano essere più comprensibili e fruibili nella quotidianità e soprattutto, con molta disinvoltura… ti dà del tu! 🙂

Intelligenza floreale: imparare dai fiori
Ma torniamo a ciò di cui mi occupo da un po’, che non è l’intelligenza artificiale ma quella che qualcuno ha definito “intelligenza floreale”.
Da anni sognavo di produrre i miei fiori ma solo da un paio sto mettendo in pratica ciò che ho studiato scontrandomi con inevitabili errori e inesperienza. Floricoltura significa coltivare fiori partendo da seme, bulbo, talea o rizoma, per poi trapiantare, concimare, irrigare e infine raccogliere decine di varietà di piante diverse. Ogni varietà ha esigenze diverse a partire dall’inizio, cioè ogni seme per germogliare necessita di tempo, condizioni di luce, umidità e temperatura specifici. Quando poi si ottengono le piantine, anch’esse necessitano di cure specifiche e ognuna di loro è soggetta a minacce differenti tra muffe, funghi, parassiti, clima.
È necessario conoscere quali piante siano adatte al luogo in cui si coltiva perché anche questo con il suo specifico clima influenza la scelta da fare al riguardo. Sono necessarie anche nozioni sul terreno e la sua composizione e sulla composizione di fertilizzanti e ammendanti utili allo scopo di migliorare la vita delle piante. Insomma una quantità di informazioni che per un principiante come me può sembrare davvero troppo!
Non mi sono spaventato e il più delle volte mi sono lasciato guidare dall’istinto, che talvolta mi ha premiato, altre volte meno… Ma l’intelligenza “floreale” necessaria per questo mestiere può essere in parte digerita grazie all’intelligenza artificiale. L’AI mi ha più volte permesso di sintetizzare e schematizzare informazioni sovrabbondanti per renderle digeribili e per poterle mettere in pratica più agevolmente.
Faccio un esempio
Una questione da affrontare nei mesi estivi è la pianificazione degli acquisti di sementi. Qui nascono alcune domande: quali semi acquistare? Ma soprattutto, quanti? Per rispondere si devono conoscere, o per lo meno ipotizzare, alcune informazioni: quante piante nasceranno da un lotto di semi (cosa che dipende dalla germinabilità del seme stesso), quanti fiori farà una singola pianta e in quale lasso di tempo. Raccolte queste informazioni, si procede con un calcolo piuttosto semplice ma da ripetere decine di volte per ogni varietà. Ebbene, l’intelligenza artificiale ha elaborato per me un piano di acquisto delle sementi e un calendario di semina a scalare, in modo che potessi avere il numero di steli da me desiderato per il periodo più lungo possibile, e lo ha fatto in pochissimi secondi.

Tra sogni di androidi e realtà quotidiana
Questo è solo un esempio di ciò che questo potentissimo strumento può fare, anche in applicazione al proprio lavoro. Ci permette già oggi di velocizzare i procedimenti, di comprendere meglio concetti complessi, di raccogliere informazioni utili e chissà in quali altri fantastici modi ci aiuterà in futuro, ogni giorno.
Naturalmente, finiti i gloriosi momenti passati davanti allo schermo in compagnia dell’AI, quando tutto sembra stupendo e semplice e ci si sente come se si avessero dei superpoteri, si torna alla realtà. Che nel mio caso è fatta di giornate frenetiche in balia di impegni di svariata natura, che mi distraggono, disperdono le mie energie e la mia concentrazione in una miriade di compiti quotidiani.
Sì, perché a differenza dell’intelligenza artificiale, per fare ogni cosa, a me e alla mia piccola impresa commerciale e agricola, occorre ben più di qualche secondo! In quei momenti fatti di giornate interminabili in cui le ventiquattro ore sembra non possano bastare, torno a immaginare l’AI al mio fianco sotto forma di un androide fedele e instancabile che con il suo viso antropomorfo ma senza espressioni facciali, con una voce robotica ma tranquillizzante mi dice che non devo preoccuparmi perché mentre riposo sarà lui ad occuparsene, veloce… efficiente… infallibile.

per ora questa immagine è generata con AI, in futuro chissà…